Storia e territorio

Il triangolo d’oro dell’ortofrutta

Centro agricolo di straordinaria importanza nel cosiddetto triangolo d’oro dell’ortofrutta della fertile Piana Pontina (Sabaudia, San Felice Circeo, Terracina), Borgo Montenero nel tempo ha celebrato da sempre i prodotti della terra, con una serie di apprezzate fiere agricole. Così, è tornato dopo diversi anni un appuntamento che esalta una delle tipicità del posto, vale a dire lo zucchino dell’Agro Pontino, di colore verde scuro rispetto a quello tradizionale, disponibile tutto l’anno, dato il clima mite della zona. Il momento della festa di questo frutto (perché lo zucchino tale è) cade sempre tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, con momenti di incontri con gli addetti ai lavori, convegni, seminari, gare culinarie e degustazioni che fanno apprezzare questo prodotto tipico appartenente alla famiglia delle Cucurbitacee. Va sottolineato che lo zucchino ha un forte potere rinfrescante, è ricco di calcio, fosforo, ferro oltre a vitamina B2 e C, nonché, in misura più contenuta, di vitamina A. La consistente presenza di cellulosa fornisce proprietà lassative e un buon grado di digeribilità. Ricordiamo che oltre il 30% della produzione nazionale viene realizzato in due  province: Ragusa e, appunto, Latina.

Il 6 maggio 2024 sono stati celebrati i 90 anni della posa della prima pietra di Borgo Montenero. La nascita del borgo, oggi frazione di San Felice Circeo (Latina), è legata alla grande opera di bonifica della pianura pontina avvenuta sotto il regime fascista. Un’opera di redenzione, quella di bonifica, che trasformò quella che era palude in una terra particolarmente fertile. La posa della prima pietra su cui venne costruito l’intero Borgo avvenne il 6 maggio 1934. Un anno e mezzo dopo ci fu l’inaugurazione che venne presenziata da Benito Mussolini, capo del governo, che, proprio in quell’occasione, preannunciò la nascita del secondo centro urbano dell’Agro Pontino, Sabaudia, e di un terzo nell’ottobre del 1935. In dodici anni, quelli che intercorrono tra il 1928 e il 1940, l’opera di redenzione della terra a opera del fascismo diede vita a dodici nuove cittadine e a vari agglomerati minori proprio come Borgo Montenero, bonificando oltre 70mila ettari di paludi attraverso l’azione dell’Opera Nazionale Combattenti e del Consorzio di Bonifica, vincendo una vera e propria guerra contro la natura selvaggia. Borgo Montenero, nel corso degli anni, ha mantenuto quasi intatte le sue peculiarità architettoniche di fondazione ed è oggi uno dei Borghi meglio conservati non solo di tutto l’Agro Pontino ma dei nuclei delle città razionaliste d’Italia. Infatti il suo nucleo, composto dalla parrocchia, dal cinema, dagli edifici per gli operai e dalla Torre, è praticamente intatto come se fosse stato capace di congelare il tempo. Così, oggi, intorno a questo nucleo di fondazione si svolgono le varie attività umane ed economiche del borgo, tant’è che Borgo Montenero non ha perso l’aspetto di centro agricolo ben organizzato, ampliando la propria vocazione verso un richiamo turistico naturalistico, rendendo la zona sempre più conosciuta e apprezzata.